CAPITOLO IV - Venerdì, 29 giugno 1990
Tragitto: OLYMPIA-KYPARASSIA
ELEVATA PERDITA DI SUDORE E SETE INARRESTABILE IN UNA DELLE GIORNATE PIÙ CALDE E AFOSE DELLA NOSTRA VACANZA, NON OSTACOLANO PERÒ IL PERCORSO TRANQUILLO E REGOLARE. LA FATICA È DECISAMENTE CONTENUTA, C’È UNA LIETA SORPRESA AL CAMPING.
CRONACA:
Tutto sembra essere tornato alla normalità, o almeno a ciò che noi intendiamo per normale. Una normalità che però toglie quel gusto frizzante che trasmettono le emozioni forti. Siamo indietro di un giorno rispetto al nostra tabella di marcia. Non è una perdita grave, in quanto ci è servito per scoprire cosa si cela dietro al famigerato termine di “strade secondarie” della Guida Touring in prossimità di colline o montagne. La lezione ci permette ora di ridefinire un nuovo tragitto eliminando quei tratti considerati a rischio e pianificando un nuovo percorso che speriamo sia più agevole.
Ci svegliamo di nuovo dopo una notte di dormiveglia a causa della presenza di una fattoria vicina. I vari versi degli animali, gallo all’alba in primis, non ci permettono nemmeno stanotte un riposo decente. Si è già fatto tardi (come al solito) e mentre saldiamo il conto del campeggio facciamo la conoscenza di una famiglia trevigiana che si accinge, come noi, a girare il Peloponneso in camper: quello che rende particolare questo incontro è il fatto che incontreremo la stessa famiglia altre 5 volte lungo il nostro viaggio e saranno determinanti in una parte importante delle “vacanza”.
Discesi da Olympia il viaggio prosegue finalmente in pianura. Costeggiamo il versante occidentale della penisola greca, costantemente accompagnati da chilometri di spiaggia, libere e deserte. Il mare, calmo e di un blu intenso, ci ammalia e ci attira sempre di più con il passare delle ore.
Per pranzo, è già il primo pomeriggio, ci fermiamo in una piazzola lungo la strada “provinciale”, la stessa in cui si era fermato un furgone che trasporta angurie. Quale miglior occasione per rinfrescarsi senza appesantirsi troppo: sarà stato il nostro aspetto disidratato e pietoso (ricordo che avevamo 16 anni ed eravamo magrolini), in ogni caso l’autista sembra impietosirsi e così ci regala una delle sue preziose gemme verdi dal cuore rosato, nonostante gli avessimo chiaramente espresso le nostre intenzioni di volerla acquistare. Contenti come bambini di fronte ai regali di Natale, ci sediamo sul ciglio della strada e guardiamo l’immensa anguria: “e mo’, come la apriamo?!”. Nessun problema, ormai abbiamo abbandonato le buone maniere e ci quasi ci piace essere tornati primitivi…quindi come tali ci comporteremo: spacchiamo il frutto a metà buttandolo con precisione chirurgica sul bordo della strada ed ognuno si sazia e si disseta con la propria porzione affondando le mani nella polpa, portandole voracemente alla bocca. Ah, che dolce l’anguria, anche se, ahimè, non la possiamo di certo definire fresca, considerando che fino a qualche minuto prima si trovava in viaggio sul dorso di un camion, sotto il sole!! Comunque ci voleva proprio. Ci siamo rigenerati e siamo pronti per proseguire.
Una spiaggia infinta ci accompagna per tutto il viaggio e quando vediamo il sole avvicinarsi sempre più all’orizzonte delimitato dalla riga netta del mare, non resistiamo più alla tentazione: alla prima occasione, bici in spalla (si fa per dire), ci fiondiamo verso le onde e ci concediamo finalmente un bagno rifocillante e qualche minuto di riposo.
Ci voleva proprio. Ci sentiamo felici: stiamo facendo la nostra vacanza tanto attesa, soli, in bici, e abbiamo avuto le prime avventure da cui siamo usciti (quasi) indenni, abbiamo già visitato una delle città più conosciute della storia greca e ci siamo concessi un bagno tra le acque azzurre su una spiaggia deserta. E adesso siamo in sella alla nostra bici in compagnia di un sole rosso che si sta lentamente immergendo nel mare. Un’immagine poetica che non dimenticheremo così in fretta.
Giungiamo a Kalo Nero ed al bivio in cui avevamo programmato di proseguire verso l’entroterra decidiamo invece di cambiare percorso proseguendo diritto verso Kyparissia, dove, abbiamo letto, ci dovrebbe essere un buon campeggio “vista mare”. Il sole è appena calato quando raggiungiamo la destinazione, giusto in tempo per trovare una piazzola prima che sopraggiunga la notte.
Una lieta sorpresa ci attende al campeggio: i proprietari sono tedeschi-olandesi…finalmente compatriotti di Marc con cui parlare e soprattutto a cui chiedere informazioni sulle condizioni della viabilità dei tragitti futuri, in modo da riprogrammare più sapientemente il percorso.
COMMENTO:
Molto lentamente sta facendo ingresso la noia per la mancanza di emozioni forti, ma il magnifico panorama greco riesce a contenere egregiamente questa pericolosa sensazione. Felicità esplosiva nel poter finalmente dialogare con qualcuno che conosce il luogo senza l’uso di gesti. E’ mai possibile che 6 lingue non siano sufficienti per comunicare, qui??
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