
Una delle vie principali di Olimpia era fiancheggiata da dodici thesauroi, i templi votivi al cui interno venivano custoditi i tesori delle città che partecipavano ai giochi.
Vi era inoltre un edificio circolare, il Philippeion, eretto nel IV secolo a.C. in onore di Filippo II re di Macedonia.
I primi scavi effettuati nella città di Olimpia vennero eseguiti da un gruppo di archeologi francesi nel 1829, seguiti poi da un gruppo di tedeschi tra il 1875 ed il 1881, i quali evidenziarono l'esistenza delle piante di molti edifici. Durante gli scavi successivi vennero poi riportate alla luce - oltre alla famosa statua di Ermes e Dioniso - diverse altre statue, altari, oggetti votivi in bronzo e in marmo (tratto da wikipedia.it).
--- ** ---
Marc ed io passeggiamo in un’acropoli semideserta, circondati da colonnati maestosi, basamenti imponenti ed ampie pianure in cui scorgono senza apparente ordine i resti di un’antica civiltà. Cerchiamo faticosamente di ricostruire il passato usando la fantasia e traendo spunto dalla guida che Marc tiene in mano.
Mentre esprimiamo un giudizio sostanzialmente positivo per lo stato di conservazione e ricostruzione del Ginnasio, dobbiamo invece riportare a malincuore lo sconforto che proviamo nel notare lo stato del tempio di Zeus: le sezioni delle colonne giganti, di diametro superiore ai due metri ed un spessore di circa ottanta centimetri, giacciono riverse a terra accatastate diagonalmente l’una affianco all’altra, come se fossero state spinte per ritorsione da Eolo, dio dei venti. E’ un peccato, perché se dovessero essere riposte nella loro posizione originale, restituirebbero al tempio certamente l’effetto di maestosità ed importanza voluto a suo tempo. Oggi si presenta solo come un immenso basamento senza rilievo avente sui bordi soltanto la base dei quei colonnati che una volta ospitavano al loro interno la statua del Dio Degli Dei.
Ci spostiamo verso lo stadio e solcato l’ingresso formato la un lungo corridoio sovrastato da un’arcata in pietra, la Porta Degli Eroi, ci troviamo nello stesso luogo in cui 2.780 anni fa i primi atleti si sfidavano nelle diverse discipline, quali corsa, pugilato, lotta e pentathlon. Ci stupiamo delle misure ridotte del campo, e quindi, con adolescenziale sfrontatezza, ci affrontiamo in una sfida: chi arriva per ultimo sull’altro lato, domani pedala davanti (e fatica di più)....
... Via!! ...
Ci rendiamo presto conto che l’iniziale visuale ha ampiamente ingannato e che le misure risultano essere decisamente maggiori rispetto alle aspettative. A metà percorso la lingua vorrebbe già penzolare ma si cerca ancora di voler raggiungere l’obiettivo con apparente freschezza e baldanza. Giungiamo al traguardo solo per orgoglio, strisciando, e nelle nostre menti si insedia solo una domanda: ma chi ce l’ha fatto fare!?
Concludiamo il giro turistico entrando anche nel museo, ma l’interesse per le statue è minore che per opere di ingegneria e architettura viste esternamente.
COMMENTI:
Olimpia ci rimarrà sicuramente nel cuore: abbiamo assaporato i primi pasti di storia che ci eravamo riproposti di assaggiare e ne siamo rimasti più che soddisfatti. L’umore finalmente risale ed il viaggio inizia a valere la candela…. e soprattutto la fatica!
Deludente è stata invece la cittadella commerciale Olympia abitata da un migliaio di persone, semplicemente formata da una strada di circa un chilometro che divide di netto la città. Niente di attrattivo, tutto basato sulla vendita di abbigliamenti estivi per giovani e su supermercati costosissimi.
Passiamo il resto della giornata nel campeggio che fortunatamente ha al suo interno una piscina, con acqua gelida!! Alla sera ci rifocilliamo con una cena leggera e poi subito a letto.
Il giorno seguente ci aspetterà un tragitto di un’ottantina di chilometri, tutti apparentemente in pianura. Sulla carta la strada dovrebbe costeggiare la costa e quindi ci organizziamo mentalmente per vedere se riusciamo a farci scappare anche un bel bagno.
Nessun commento:
Posta un commento